Il primo antenato del Ponte Vecchio venne costruito nel 1170, anche se più che un ponte, si trattava di una semplice passerella in legno, sorretta da dei pilastri e coperta da una tettoia; una struttura troppo poco resistente per sopravvivere alla forza del Brenta, ma pur sempre fondamentale per permettere l’attraversamento del fiume e il commercio con le zone adiacenti.
Fino ad allora il collegamento tra le due sponde era affidato a dei piccoli traghetti, il cui spostamento era, tuttavia, totalmente in balia delle condizioni meteorologiche. A ciò si aggiungeva la forma particolarmente stretta del letto del Brenta, accompagnata da delle sponde piuttosto basse, fondamentali nel determinare il rischio d’inondazioni ogni qual volta vi fosse una piena.
La storia della città di Bassano è costellata da episodi di piene, responsabili della distruzione del Ponte; all’inizio del XVII secolo, infatti, a poco più di trecento anni dalla sua realizzazione, esso era già stato oggetto di quattro distruzioni e tre ricostruzioni. Per tale motivo nel 1524, dopo l’ennesima piena, si iniziò a valutare la possibilità di abbandonare il legno, a favore di un materiale più resistente; il Ponte (ancora nelle sembianze del vecchio antenato) venne quindi ricostruito per la prima volta in pietra, tuttavia, nemmeno questo tentativo funzionò e, nel 1567, ad appena vent’anni dalla sua ultima ricostruzione, fu nuovamente spazzato via da una piena particolarmente grossa. (Fonte: "Il ponte di Bassano". Bassano del Grappa e dintorni. Tratto il 31 dicembre 2022, 18:13 da www.bassanodelgrappaedintorni.it).
A questo punto subentrò Andrea Palladio, frequentatore abituale della città, ma soprattutto architetto di grande fama nel territorio veneziano, in quanto si era già reso responsabile della progettazione di numerose opere, soprattutto nella città di Vicenza.
Egli presentò inizialmente un primo progetto, il quale rispecchiava la volontà della Serenissima (di cui Bassano era entrato a far parte nel 1404) di ricorrere alla pietra anziché al legno come materiale per la costruzione di tutti i ponti veneti. A ciò si opposero però duramente i bassanesi, i quali riuscirono a vincere la disputa e ad ottenere che la ricostruzione fosse fatta in legno.
(Fonte: "Bassano. Alla vigilia della cerimonia di restituzione del Ponte..". Tratto il 31 dicembre 2022, 19:04 da archeologiavocidalpassato.com)
Venne quindi avanzato quello che ad oggi è considerato "il progetto palladiano", ovvero un disegno rappresentante quella che è tuttora l’attuale struttura del ponte; si trattava di una passerella (fatta in legno, ma con materiali più resistenti) retta da due costruzioni posizionate sulle due sponde laterali e sostenuta da quattro piedi a forma triangolare. Grazie a tale nuova struttura il ponte riuscì a sopravvivere a numerose piene successive, riportando solo leggeri danneggiamenti; ciò valse fino all’agosto 1748, quando, durante una colma particolarmente grande, la forza delle acque del fiume riuscì ad avere nuovamente la meglio sul punte. La ricostruzione (terminata nel 1750, sempre su stampo palladiano) venne affidata a Bartolomeo Ferraccina, bassanese famoso poiché artefice della costruzione della Torre Civica e del municipio della città.
(Fonte: "Ponte Vecchio (Bassano del Grappa)". Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 31 dicembre 2022, 20:01 da it.wikipedia.org).
Nel settembre 1796 subentrarono nel panorama bassanese le vicende delle truppe di Napoleone Bonaparte, in lotta contro l’esercito austriaco. Lo scontro si tenne nei dintorni della città, segnando la sconfitta definitiva della parte austriaca, costretta successivamente alla ritirata. In particolare, Bonaparte, nel tentativo d’impedire il passaggio nemico attraverso la città, fece distruggere il Ponte Vecchio, riuscendo in tal modo a bloccare le forze nemiche. (Fonte: "Battaglia di Bassano". Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 31 dicembre 2022, 18:09 da it.wikipedia.org).
Ancora oggi, nonostante lo scorrere del tempo e le numerose riparazioni, dal lato del ponte che dà a nord, verso le montagne, è possibile notare "la parete bucherellata" della distilleria Nardini, così ridotta dai "pallettoni francesi" utilizzati durante la battaglia del '96. (Fonte: "Se il ponte di Bassano potesse parlare". Ferrarese E., Extramag. Tratto il 31 dicembre 2022, 18:12 da www.extramag.it).
La denominazione "Ponte degli Alpini" deriva dagli accadimenti della Seconda guerra mondiale: durante il biennio di occupazione tedesca, il ponte venne nuovamente distrutto dai partigiani, il cui intento era quello di aiutare gli alleati e boicottare gli occupanti. Così, nella sera del 17 febbraio 1945, un gruppo di uomini muniti d'esplosivo fecero saltare il ponte; azione che coinvolse però anche due civili, di cui uno adolescente, determinandone la morte. Come risposta all'atto compiuto, i nazisti applicarono la legge dell’occhio per occhio, giustiziando tre partigiani in prossimità del ponte.
Fu questa ennesima distruzione a determinare il forte legame della città con gli alpini: la ricostruzione del ponte venne infatti affidata ad una piccola azienda di uno dei paesi limitrofi, i cui lavoratori erano ex combattenti, "appartenenti al Corpo degli Alpini", i quali "portavano il tipico cappello con la penna nera durante i lavori. Nacque, quindi, la leggenda secondo cui furono gli Alpini a rimetterlo in sesto". (Fonte: "Ponte Vecchio (Bassano del Grappa)". Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 31 dicembre 2022, 18:27 da it.wikipedia.org).
Essendo il ponte esposto costantemente alle intemperie ed essendo il legno un materiale che tende a marcire a seguito di un contatto prolungato con l’acqua, nel 2015 fu necessaria una nuova manutenzione ai piloni portanti. Ciò che emerse fu una preoccupante precarietà della struttura, la quale richiedeva necessariamente un intervento; la passerella risultava infatti dissestata, a causa del leggero cedimento delle fondamenta immerse. (Fonte: "Ponte Vecchio (Bassano del Grappa)". Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 31 dicembre 2022, 18:43 da it.wikipedia.org).
Sorse tuttavia immediatamente una problematica: per rendere stabile il ponte, sarebbe stato necessario ricorrere a dei pilastri d’acciaio, il che avrebbe significato perdere alcune delle caratteristiche principali della struttura, la quale non si caratterizzava solo per esser costruita totalmente in legno, ma anche per il fatto d’esser totalmente appoggiata alle due costruzioni laterali. A ritardare ulteriormente i lavori si aggiunse anche la contesa dell’appalto tra alcune aziende, desideranti di assumersi l’incarico della ristrutturazione del ponte.
Ciò nonostante i lavori vennero portati a termine, riuscendo a sottrarre dalla struttura le parti deteriorate dall'acqua e inserire delle colonne d'acciaio, decisamente più resistenti. (Fonte: "Ponte Vecchio (Bassano del Grappa)". Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 31 dicembre 2022, 18:45 da it.wikipedia.org).
Ad oggi il Ponte è nuovamente chiuso per motivi di restauro, condizione che pone i cittadini della città, gli artigiani, ma soprattutto i turisti in una condizione di forte disagio.
(Fonte prima immagine: it.wikipedia.org
Fonte seconda immagine: www.extramag.it )